OMELIA PRONUNCIATA DA
“SUA ECC.ZA REV.MA MONS. VITO DE GRISANTIS”
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DEL CONVEGNO DEGLI AMICI DI SAN ROCCO AD ALEZIO (LE)
16 MAGGIO 2009.
Ci riempiono sempre di un profondo stupore le parole che abbiamo ascoltato in questo brano del Vangelo poc’anzi proclamato: “ogni volta che avete fatto questo cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli lo avete fatto a me”, stupore profondo perché non ci saremmo mai aspettati che Gesù si fosse identificato nelle persone più povere, deboli, più bisognose di aiuto e di amore, eppure Lui si è identificato con l’affamato, con l’assetato, con l’ignudo, col forestiero, col malato, col carcerato.
“Lo avete fatto a me, qualunque cosa avete fatto anche all’ultimo, il più piccolo, lo avete fatto a me”; ed è questo carissimi il motivo profondo e la ragione per cui noi cristiani e discepoli del Signore ci impegniamo con tutte le nostre forze e le nostre possibilità a servire i fratelli perché vediamo nel loro volto, il volto stesso di Cristo e sappiamo che amiamo Lui nel momento in cui amiamo e serviamo i fratelli.
È quello che ha compreso Rocco, questo nostro fratello che innanzitutto ha colto nella parola di Gesù l’invito ad essere suo discepolo, a seguire la parola di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, venda tutto quello che ha, lo dia ai poveri, poi venga e mi segua”.
Così ha fatto Rocco, rimasto orfano ha venduto tutti gli averi distribuendoli ai poveri, non per un populismo vuoto, ma proprio per poter seguire il Maestro, per poter seguire sul serio fino in fondo il Signore Gesù. E allora ha compreso che seguire il Maestro, seguire Gesù, significa abbandonare tutto, ma significa anche saperlo amare e riconoscere nei fratelli, in particolare nei fratelli ammalati, appestati, fino al sacrificio di se, fino ad avere anche lui la peste, quasi a dire mi faccio fratello vostro fino in fondo per potervi comprendere e amare e per potervi servire meglio per amore, per amore del Signore. Questa disponibilità è necessaria per servire gli altri, soprattutto i malati e tutti coloro che sono bisognosi di aiuto, di attenzione, ma bisognosi anche della parola viva di Gesù.
San Rocco non si accontentava di guarire il corpo con la sua vicinanza e il suo amore, ma annunciava Gesù, annunciava il Signore perchè potessero cogliere in profondità la radice e la ragione della sua totale disponibilità e del suo totale impegno per il bene degli altri.
Dalla carità e dalla fede vissuta da San Rocco impariamo chi sono i santi perchè non mi stanco mai di ricordare che i santi non sono persone venute chissà da quale mondo e da quale stratosfera, sono fratelli e sorelle nostre, sono uomini e donne che hanno vissuto le stesse difficoltà, le stesse prove, le stesse tentazioni, le stesse battaglie della vita, che hanno anch’essi incontrato le difficoltà di essere coerenti con la propria fede fino in fondo e impegnati seriamente a servizio degli altri; come ha detto la seconda lettura: “Amando non con la lingua e con le parole, ma con i fatti e nella verità”.
Questo nostro fratello santo, Rocco, ci insegna innanzitutto a fissare gli occhi, il cuore e la vita sul Signore Gesù, Lui il Santo, Lui il Signore Gesù, la sorgente della nostra vita, la sorgente della nostra gioia, la sorgente del nostro entusiasmo, la sorgente del nostro impegno senza limiti e senza condizioni a servizio dei fratelli dovunque ci troviamo, nelle amministrazioni pubbliche, come nella famiglia, come nei nostri paesi, come accanto ad altri fratelli e sorelle che vivono accanto a noi, negli stessi ambiti di lavoro.
Essere attenti ai bisogni degli altri, proprio perché quel Gesù che abbiamo contemplato nella sua parola e abbiamo contemplato nell’Eucarestia e ricevuto come pane lo sappiamo riconoscere nel volto di ogni fratello e di ogni sorella, senza chiudere gli occhi o far finta di nulla, senza chiudere il cuore, preoccupati soltanto di se, del proprio interesse, del proprio bene, del proprio vantaggio, del proprio profitto, con gli occhi aperti e il cuore aperto per poter riconoscere il volto di Gesù ed essere tra coloro a cui Gesù dice quelle meravigliose parole: “Venite benedetti dal Padre mio, venite nel regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo perché mi avete riconosciuto, lì dove forse non era nemmeno pensabile riconoscermi in quel volto, in quella persona, in quel bisognoso, in quel malato, in quella persona bisognosa di essere amata, aiutata, sostenuta, mi avete riconosciuto, venite benedetti dal Padre mio”.
È quello che tutti noi desideriamo, di sentire dalla bocca di Gesù, nel momento in cui ci presenteremo davanti a Lui nel giudizio che tutti riguarderà, sentire da Lui queste meravigliose parole: “Vieni benedetto, vieni benedetto dal Padre mio, entra nel Regno, tu si che potrai contemplare in eterno il mio volto senza veli, perché lo hai contemplato nei veli del tuo fratello e della tua sorella”.
Vogliamo chiedere a San Rocco, come nostro intercessore, che ci aiuti, che ci stimoli, che ci incoraggi soprattutto quando è difficile, quando costa, quando dobbiamo rinunciare a tante cose, o rinunciare soprattutto a noi stessi per poter veramente amare e veramente servire gli altri. Che ci aiuti con la sua testimonianza, col suo coraggio, con la sua dedizione, col suo impegno, col suo amore, ci sostenga, ci incoraggi e interceda per noi perchè anche noi possiamo raggiungerlo nella gloria dove lui ora è con il suo e nostro Signore e Maestro: il Signore Gesù. Amen!
Sua Ecc.za Rev.ma
Mons. Vito De Grisantis
Vescovo di Santa Maria di Leuca