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Saluto ai giovani convenuti al meeting della gioventù ardente rocheliana


Io vi dico la mia: chi prende in mano la propria vita
e sceglie per Gesù Cristo,
rischia, ma rischia sulla sua parola,
e di lui ci si può fidare.
Ci si può fidare di chi ti ama lasciandoti libero,
e Dio fa proprio questo.

Esistono ideali, sogni, grandi propositi e sentimenti che trasformano la persona che decide di perseguirli. L’età della giovinezza è piena di sogni, che però spesso vengono fatti morire presi dalle preoccupazioni della vita quotidiana. La necessità di trovare un lavoro, guadagnare, fare carriera hanno la facoltà di stroncare o appannare molti grandi ideali. Le preoccupazioni e le ansie della vita fanno passare in secondo ordine anche scelte di primaria importanza. Durante la vostra vita, cari ragazzi, vi si apriranno tante porte, tra cui la porta della felicità. Sta a voi saperla riconoscere ed aprirla per entrarvi. Non lasciatevi ingannare dalle pseudofelicità; la felicità vera è una sola, ed Uno solo ce la può donare: Cristo Gesù!
Qualcosa di simile ai sogni giovanili, accade anche per la scelta cristiana. Troppo spesso la decisione di essere cristiani coerenti finisce sepolta sotto il peso delle preoccupazioni e delle ambizioni quotidiane. Viene rimandata o trascurata, quasi fosse una scelta secondaria o inutile. Eppure è la decisione più importante: l’unica che può darci senso e completezza. Ma è una decisione che deve essere presa subito, appena ci si presenta, altrimenti gli affanni della vita la faranno svanire per sempre. Ecco perché quale slogan per questo meeting ho voluto scegliere la frase: “Chi prende in mano la propria vita e sceglie per Gesù Cristo, rischia, ma rischia sulla sua parola, e di Lui ci si può fidare. Ci si può fidare di chi ti ama lasciandoti libero, e Dio fa proprio questo”.
Lo stesso San Rocco ha scelto per Gesù Cristo, rischiando, ma con la certezza che di Lui ci si può fidare, che chi confida in Dio non sarà mai solo.
Pensiamo al rischio che comportava un viaggio per un pellegrino da Montpellier a Roma; pensiamo al rischio del contagio nel curare gli appestati; e poi l’ingiusta prigionia in precarie condizioni per cinque anni………. eppure San Rocco confidando sempre nel Signore non è stato lasciato solo ma Dio gli ha inviato, nei momenti forse di maggiore sofferenza, due sue creature: un cane ed un Angelo per confortarlo e curarlo, alleviandogli la sofferenza e facendogli sperimentare il grande amore di Dio per coloro che fanno la sua volontà, e perfino in punto di morte San Rocco ha amato il prossimo tanto da chiedere ed ottenere dal Signore che chiunque lo avesse invocato contro la malattia sarebbe stato risanato.
Provate ragazzi, e proviamo noi tutti presenti quest’oggi a Castelpizzuto, ad imitare le virtù di San Rocco e vedremo che anche davanti ai nostri occhi si aprirà la porta che conduce alla vera felicità.
La nostra porta sia San Rocco, affinché attraverso la sua intercessione possiamo entrare nel Regno eterno e godere dello splendore di Dio per l’eternità.

Fraternamente vi abbraccio tutti
W San Rocco

 
 
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