SALUTO AI GIOVANI IN OCCASIONE DEL MEETING DELLA GIOVENTU' ROCHELIANA
“MAESTRO BUONO, CHE COSA DEVO FARE PER AVERE IN EREDITA’ LA VITA ETERNA?” (Mc 10,17)
Cari giovani, incontrare Gesù, fare un dialogo con Lui è possibile? Nei Vangeli sono riportati diversi incontri di Gesù con i giovani. Tra Gesù e i giovani vi è un feeling speciale, indimenticabile, ieri, oggi e sempre. Tra amici non basta incontrarsi, è necessario parlarsi, aprirsi l’uno all’altro. E’ quanto sarà avvenuto sovente nella vita di Gesù. Ed infatti nel Vangelo è riferito proprio un dialogo prolungato che Gesù ha avuto con un giovane che io oggi ho voluto prendere quale spunto di riflessione per voi: “Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Gesù gli disse:“Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Il giovane allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni e seguimi!”. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. La lettura lascia un po’ di amaro in bocca perché questo giovane ha detto di no a Gesù. E’ la realtà, anche nostra, di certe volte. Il racconto comprende tre momenti fondamentali: Il momento della domanda; la contro domanda di Gesù; la risposta del giovane a Gesù e di Gesù al giovane. Inizia il giovane: “Maestro buono”, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? Ossia raggiungere il traguardo positivo della mia vita così come Dio vuole per me? Il giovane fa una domanda. Occorre avere il coraggio di farsi e fare domande, non dare per scontato di sapere già tutto. Le domande possono essere tante, ma quello che conta è che siano sincere, e sono sincere se toccano il profondo della nostra esistenza. Domande sulla vita che vogliamo bella, buona, felice, per sempre, il che è l’equivalente di ‘vita eterna’ in bocca a Gesù! Contro domanda di Gesù: Gesù mette in chiaro che la sua ”bontà” di maestro non è di origine umana, frutto di studi universitari, ma viene da Dio, perché solo Dio può dare e dà la vita eterna. Egli intende farlo tramite Gesù. E subito Gesù propone un griglia di verifica: i 10 comandamenti. Risposta del giovane a Gesù e di Gesù al giovane E’ un sì chiaro, solare, a tutto tondo. Si può quasi vedere il volto luminoso del giovane. A lui risponde Gesù non con un occhiata di sfuggita, ma lo inquadra nel suo sguardo intenso, continuato, ammirato, commosso che sfocia in un verbo straordinario: “lo amò”. dove vi è una condotta retta, perché si osserva il decalogo che Gesù stesso sintetizza nel precetto dell’amore di Dio e al prossimo ebbene lì Gesù si commuove di gioia, è felice. Gesù è sensibilissimo a chi obbedisce a Dio, al Padre che è nei cieli. Quello sguardo intenso di amore di Gesù penetra dentro il cuore del giovane. Gesù vi vede due cose: questo giovane è veramente bravo; però dentro di lui vi può essere un filo nero, una sorta di finestra chiusa a Dio, una chiusura di cui lui stesso non sa rendersi conto. Vi può essere ‘mammona’, l’idolo del “possesso di molti beni”. Gesù vuol verificare e lancia la sua proposta, audace, radicale: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni e seguimi!”. E’ la condizione fatta al giovane per diventare suo discepolo, di andare a stare con Gesù. La richiesta è triplice -liberarsi dall’idolo di tanti, troppi beni che gli stanno “intristendo” il cuore; -non c’é da buttar via niente, ma donare ai poveri perché abbiano la loro dignità di persone, la dignità che Dio vuole per tutti i suoi figli a partire dagli ultimi; -seguire Gesù, farlo guida sicura e costante della propria esistenza. Le conseguenze sono forti e chiare: - Gesù prima di chiederci qualcosa di nostro, ci offre sempre qualcosa di suo: un’amicizia, anzi un amore generoso e totale. Perché questo avvenga, Gesù fa una richiesta coraggiosa che Lui ha vissuto per primo: “Va, vendi quello che hai e dallo ai poveri”. Notate che il Maestro non vuole che disprezziamo le ricchezze o che non ci impegniamo nel produrre beni, non chiede di buttare via i soldi o le cose che ci stanno a cuore, non ci manda a vivere da miserabili… Ci impegna invece a fare una grande impresa di ingegneria, con le proprie ricchezze (salute, comodità, sicurezze, talenti) costruire un ponte che vada sull’altra riva della vita, nel mondo dei poveri (malati, sofferenti, orfani, persone sole, stranieri, mendicanti, emarginati…) per stringere loro la mano da amici: salutarli, parlare con loro, aiutarli a poter avere ciò di cui hanno bisogno (medicine, lavoro, cibo, vestito, soldi per l’affitto, compagnia …). E in questo modo realizzare il bellissimo ‘miracolo’ promesso da Gesù: quando facciamo del bene ad un povero, incontriamo Lui. Questo non ci porta via dal nostro mondo, dai nostri interessi e aspirazioni, ma ci fa vivere tutto in modo nuovo. Gesù lo definisce “un tesoro in cielo” che rende liberi e felici già in terra. Purtroppo non è stato così per il giovane ricco con cui si chiude l’incontro. Purtroppo sappiamo che l’incontro, iniziato così bene, è finito in uno scontro. E non per colpa di Gesù. Gesù pone il giovane di fronte ad una decisione: accettare di restare con Lui o andarsene. Il giovane, pur amato da Gesù, dice di no. La decisione del no si accompagna alla tristezza e diventa allontanamento da Gesù. Notate ora, cari ragazzi, quanto sia stato invece conforme al volere di Gesù, la scelta di vita di San Rocco. Alla chiamata divina ha detto sì, distribuendo i suoi beni materiali ai poveri, per seguire Gesù. Con le proprie ricchezze ha restituito la dignità di persone a quei poveri e malati che invece la miseria umana aveva calpestato. Si è chinato sui miseri appestati per guarirli, ha teso la mano al bisognoso e in questo modo ha realizzato il bellissimo miracolo promesso da Gesù: “quando facciamo del bene a un povero, incontriamo Lui”. Mettiamoci bene in testa una cosa: incontra Gesù veramente, non chi si limita ad ammirarlo, magari definendolo un gran bravo, simpatico personaggio, ma chi dall’ammirazione e dall’attrazione passa alla decisione di fare una scelta. Gesù soltanto ha parole di vita eterna, è cioè capace di venire incontro alle aspirazioni profonde della persona: verità, giustizia, pace, gioia, amore gratuito e sincero, libertà, coraggio di diventare volontario per gli altri, speranza di futuro, progettualità. Gesù provoca chi lo incontra, afferma chiaramente che con il possedere ricchezze si rischia fatalmente di venire posseduti da esse, esserne imprigionati, diventare schiavi, perdere la libertà e la serenità, minati dalla paura di essere derubati. Concretamente Gesù invita a superare l’attaccamento esagerato alle cose terrene, l’orgoglio, la prepotenza, la cura di star bene da solo, farsi la strada della felicità con la droga, l’alcol, il sesso facile, il pensare di avere sempre ragione, fare il bullo… In termini positivi Gesù invita a fare delle proprie risorse un intelligente investimento di amore operoso per i poveri. Abbiamo una triplice via che porta ad un incontro valido e bello con il Signore: - La via dell’incontro con Gesù nella preghiera, che vuol dire soprattutto la Messa domenicale e la Confessione, la lettura della Parola di Dio; - La via di prestare un servizio a chi è nel bisogno, fare un volontariato in cui ci mettiamo le nostre ‘ricchezze’: un po’ del nostro tempo, la nostra amicizia, un aiuto concreto di sostegno, in famiglia e fuori (compagni malati, anziani, disabili, emigrati, barboni…); - La via della riflessione personale per ritirare le decisioni aperte o nascoste dei nostri no a Gesù e maturare quelle del sì, per qualche settore della propria vita (famiglia, scuola, tempo libero, parrocchia…).
Vi lascio ora con una traccia di riflessione a cui ognuno di voi darà risposta nel proprio cuore: Gesù invita a fare una scelta nei suoi confronti. Voi da che parte state? Gesù è per voi una ‘cosa’ che serve al momento opportuno, una brava persona da contattare ogni tanto, o una persona viva, grande come Dio, amico vero cui posso legare la mia vita, il mio futuro? Qual é la mia effettiva relazione con Gesù? Lo incontro nella lettura del Vangelo, nei sacramenti, specie l’Eucaristia domenicale, nell’aiuto ai poveri?
W GESU' W SAN ROCCO
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