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Il discepolo di fronte alla morte

Lc 8, 41-55
Guarigione di un'emorroissa e risurrezione della figlia di Giairo
Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!».
Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». Essi lo deridevano, sapendo che era morta, ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare.

L’amore che Gesù ha per noi non ha né limiti né confini. Nemmeno la malattia o la morte può impedirgli di amarci.
In questo avvenimento tratto dal Vangelo di Luca ci sono vari momenti; il primo momento è l’andare verso Gesù di Giairo, che ormai disperato per le condizioni della figlia non sa più cosa fare, il secondo momento racchiude la sottomissione di Giairo ai piedi di Gesù, riconoscendo la sua maestà, ed il terzo momento è la preghiera.
Tutti noi possiamo sentirci come Giairo, correndo verso il Maestro, soprattutto quando non sembra esserci soluzione o quando le nostre debolezze, le malattie le incomprensioni sembrano prevalere; in questa circostanza dobbiamo mettere tutto ai piedi di Gesù, e pregare perché ci aiuti e subito vedremo che Gesù risponderà alle nostre preghiere, dicendoci “Dammi il tuo problema, dei tuoi figli, della tua casa, dammi il tuo cuore, perché conosco le tue sofferenze”.
Un altro momento iniziale in questo racconto di Luca è la guarigione dell’emoraissa. Questa donna era forse ormai stanca della sua malattia e allora disperata va da Gesù pensando che anche solo sfiorando il suo mantello potesse essere guarita. Anche oggi Gesù opera in noi la guarigione e anche se non dovesse arrivare subito non dobbiamo avere l’ardire o la pretesa di capire i disegni di Dio o quali sono i suoi pensieri , ma anzi dobbiamo dire convinti "Signore ti amo".
L’altro momento dicevamo è la situazione grave in cui si trova la figlia di Giairo; infatti quando Giairo è da Gesù già a casa ci sono i primi lamenti per l’imminente morte della figlia, e infatti poco dopo un servo porta la notizia della morte della figlia di Giairo e che quindi non era più il caso di disturbare il Maestro.
Anche noi certe volte disperiamo della speranza di essere guariti o sanati, ma dobbiamo continuare ad avere fede.
Gesù dice a Giairo di non preoccuparsi e decide di andare a casa sua.
Qui possiamo suddividere la scena in quattro momenti:
1° momento: Gesù dice ai presenti di non piangere.
2° momento: Gesù li rassicura dicendo che la bimba non è morta ma dorme
3° momento: Gesù la prende per mano
4° momento: Gesù da un comando alla bimba "Dico a te alzati!".
Anche a noi dice la stessa cosa, ma come si fa a non piangere per la morte di una persona cara?
Gesù ci assicura che ha vinto la morte, la chiamata ad una nuova speranza, poiché Egli non vuole lasciarci nella morte. Il Risorto non si stanca nel ripeterci "Alzati!" dalla morte spirituale, dal dolore per la perdita di una persona cara, dal dolore , dalla tristezza dalla nostra vita vissuta male etc….
Alzati significa rialzarsi e rinascere a vita nuova.

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