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SALUTO
DEL VESCOVO DI SORA - AQUINO - PONTECORVO
in occasione
del Convegno dell’Associazione Europea "Amici di
San Rocco" tenutosi ad Alvito nel Maggio 2003
Tra i "Santi pellegrini” che, accogliendo la chiamata di Dio, si sono messi sulla strada di Cristo, buon Samaritano dell'umanità, per chinarsi sulle sofferenze degli uomini e curarle "con l'olio della consolazione e il vino della speranza", S. Rocco è certamente uno dei più noti. Testimone del Vangelo della carità, come buona notizia di speranza e di vita e integrale promozione della persona umana, soprattutto se povera, sofferente ed emarginata, egli è divenuto un modello per quanti vogliono esprimere autenticamente quella fede che - come dice S. Paolo - opera attraverso la carità (cfr Galati 5,6). Ciò spiega dunque il culto che S. Rocco ha avuto ed ha tuttora un pò dappertutto e che ne fa uno dei santi più popolari e venerati; e quindi anche le innumerevoli Confraternite che sono sorte nel suo nome e riuniscono tanti fedeli, uomini e donne, desiderosi di camminare sulle sue orme. Anche nella nostra Diocesi la devozione verso il Santo è molto sentita e diffusa. Diverse sono le chiese a lui dedicate e le Confraternite sorte per onorare il suo nome e la sua testimonianza di carità. Forse per questi motivi la nostra cittadina di Alvito è stata scelta per ospitare il Convegno Europeo delle Confraternite che riconoscono in San Rocco il loro patrono. Esso si svolgerà nei giorni 10 e 11 di Maggio, con una partecipazione che si prevede sentita e numerosa. Sono lieto di dare fin da ora ai Confratelli che interverranno alla manifestazione un saluto cordiale di accoglienza, ed un particolare ringraziamento al Presidente ed al Consiglio Direttivo dell'Associazione Europea "Amici di San Rocco". Esprimo altresì l'auspicio che tale appuntamento, opportunamente preparato e vissuto autenticamente, sia per tutti i partecipanti un momento di grazia e di comunione ecclesiale, un'occasione propizia per crescere nella devozione verso il nostro Santo nel cammino di santità e soprattutto nell'impegno di maturazione nella fede cristiana e nel servizio di una carità sempre più operosa e missionaria. Assicuro per questo non solo la mia partecipazione all'incontro, ma anche la mia preghiera, invocando su tutti le benedizioni divine.
Lettera all’Associazione Europea “Amici di San Rocco” di Mons. Luca Brandolini Vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo
Nei giorni scorsi Giovanni Paolo II ha indirizzato, com’è ormai tradizione, un messaggio a tutta la Chiesa per la Quaresima, tempo particolarmente propizio per ravvivare la fede e stimolare i battezzati alla conversione e disporli a celebrare autenticamente la Pasqua di Cristo, centro e cardine non solo dell’anno liturgico, ma dell’esperienza cristiana personale ed ecclesiale. L’austero simbolo delle ceneri, posto sul capo il primo giorno di Quaresima, con le parole che lo accompagnano: “Convertiti e credi al Vangelo”, costituiscono un appello forte e, nello stesso tempo, un impegno per chi vuole diventare un discepolo del Signore.
Ci viene aperto davanti un itinerario spirituale nel quale siamo sollecitati ad un ascolto più frequente della Parola di Dio, ad una preghiera più assidua e ad una carità più operosa.
Si tratta di un cammino che, se ha in Quaresima il suo tempo “forte”, dovrebbe caratterizzare tutta la vita di ogni credente come pure della Chiesa, popolo pellegrino verso la Pasqua eterna.
Il messaggio del Papa ha come titolo e motivo dominante le parole tratte dagli Atti degli Apostoli: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At. 20,35). Queste costituiscono un invito a “farsi dono” con gioia, generosità e gratuità ai fratelli, soprattutto poveri e sofferenti, così come ha fatto Cristo, “affinché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv. 10,10), siano perciò riconosciuti nella loro dignità e si costruisca così una comunità cristiana più fraterna e solidale e un mondo più giusto e pacifico nell’amore. La dedizione e il servizio ai fratelli appartengono al “Vangelo della carità”, che ha nel sacrificio della Croce la sua più alta espressione e nel comandamento dell’amore la sua sintesi operativa. Sono dunque il segreto per l’esperienza di fede chiesta a quanti vogliono essere suoi discepoli e sperimentare la vera gioia, dando senso “compiuto” alla loro esistenza. Lo dimostra con chiarezza l’esempio eloquente di tanti uomini e donne, di ieri e di oggi, che hanno preso sul serio la Parola del loro Maestro e Signore Gesù e sono diventati testimoni e missionari della carità. La storia della Chiesa è ricca di queste figure, diventate perciò autentici “modelli” per quanti vogliono diventare cristiani, costruttori della Chiesa e della civiltà dell’amore in un mondo spesso segnato dall’egoismo, dall’ingiustizia, dall’indifferenza e dalla sopraffazione.
San Rocco è una di queste figure, tra le più eloquenti e popolari. Questo spiega,tra l’altro, la grande devozione che il popolo cristiano ancora nutre verso questo Santo, le molte chiese a lui dedicate, come pure le numerose Istituzioni, come ad esempio le Confraternite, sorte in suo nome tuttora fiorenti. Coloro che per vocazione e per scelta di vita, come dovrebbero essere appunto i membri di una confraternita, si impegnano su questo fronte, hanno dunque un posto ed una missione privilegiati in questa avventura missionaria dalla quale dipende il futuro della Chiesa e soprattutto dell’uomo. Per non ridursi a semplice solidarietà umana, la carità evangelica deve tuttora nutrirsi di una spiritualità robusta, alimentandosi alla contemplazione di Cristo, quindi ad una “misura alta della vita cristiana”. In una parola esige una seria formazione non solo umana, ma spirituale ed ecclesiale.
Luca Brandolini Vescovo