torna alle lettere dai vescovi

 

Riflessione di Mons. Filippo Tucci Assistente Spirituale dell’Associazione Europea “Amici di San Rocco”, Roma gennaio 2006

 

SAN ROCCO, IL PELLEGRINO DI DIO, E L’ASSOCIAZIONE EUROPEA CHE

SI ISPIRA ALLE SUE INCOMPARABILI GESTA, NEL FIRMAMENTO DELLA CARITA’.

 

1 Nella società contemporanea che ha varcato le soglie del terzo millennio, dominata dalla tecnologia imperante e dai processi di globalizzazione, il culto del Pellegrino di Dio, San Rocco, quale valenza assume nei contesti spirituali alla ricerca dell’Infinito?

 Giovanni Paolo II di felice memoria, nella lettera Apostolica “Novo millennio ineunte”, al termine del grande giubileo dell’anno duemila chiedeva di “prendere il largo” e “aprirci con fiducia al futuro” nella certezza che “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre”.

Benedetto XVI, nell’omelia del 25 aprile 2005, all’inizio del suo ministero di Supremo Pastore della Chiesa, ricorda “…Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla dona tutto”.

Con i suoi doni, Cristo affida alla sua Chiesa il mandato “per una nuova e feconda stagione di evangelizzazione della città e del mondo intero”.

La società contemporanea che ha varcato le soglie del terzo millennio sembra invece, che voglia rifiutare Cristo e il suo Vangelo. Ne è esempio la presenza minoritaria dei cristiani nella società, nella politica, nella cultura. La Costituzione Europea ignora le radici cristiane, si tenta di togliere il Crocifisso dalle aule e dai luoghi pubblici, di sopprimere i presepi e i canti natalizi. Di contro c’è l’invasione del secolarismo nella società, c’è violenza, terrorismo, guerra e persecuzione dei cattolici nei diversi paesi musulmani, volendo soltanto dare risalto all’effimero, alla tecnologia, ai processi di globalizzazione.

Di fronte a tale odierna situazione mondiale, ogni persona di buona volontà è chiamata a riflettere e dare una risposta agli interrogativi che vengono posti per migliorare il volto della società, l’Associazione Europea “Amici di San Rocco”, nel suo piccolo tenta di dare il suo contributo e aprire i cuori alla speranza e alla fiducia per un mondo a misura d’uomo.

Lo fa guardando al suo Santo patrono S. Rocco, santo grande e misericordioso, noto ed amato dal popolo di Dio, in Italia, in tutta l’Europa e nel mondo, in parte: calare nei momenti di calamità.

S. Rocco, infatti, si propone come un santo normale, un santo umano, campione dell’umanità gioiosa e sofferente, triste e intraprendente, che per la causa di Cristo non si ferma dinanzi a nulla.

Ecco perché ancora oggi il culto di S. Rocco ci può offrire la ragione profonda di una autentica vita  cristiana e l’impegno di trasmettere un messaggio degno di essere preso in considerazione e farlo conoscere per creare nella nostra società la civiltà dell’amore.

     

2 Il servizio di apostolato del fondatore, il Procuratore dell’insigne Reliquia di San Rocco, Costantino De Bellis, ha contribuito alla crescita dell’Associazione Europea. Che cosa ne pensa  del suo operato?

 “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15): Come nota l’Evangelista Marco; Gesù dopo la sua risurrezione invia i discepoli per annunziare s tutti gli uomini il mistero di salvezza.

Dio ci dona il Figlio che si fa uno di noi: Gesù compiendo la sua missione affidagli dal Padre, lascia agli Apostoli e alla sua Chiesa il mandato di portare la buona novella fino agli estremi confini della terra.

Gli apostoli, i loro primi collaboratori e i loro successori raccolgono nella Chiesa di cristo questo comando e si fanno pellegrini.

La Chiesa missionaria ha parlato ogni lingua ed ha raggiunto ogni popolo e nazione per annunziare che Cristo è “l’unico salvatore del mondo ieri, oggi e sempre”.

Da questa missionarietà della Chiesa sorge nel tempo tra i cristiani il desiderio di ritornare sui luoghi benedetti da dove è partito il primo annuncio di speranza e di salvezza. Si attiva così il pellegrinaggio, l’itineranza che porta a capire e a vivere la provvisorietà dell’esistenza umana e al raggiungimento di una meta che è la patria celeste, dalla quale saremo cittadini a tutti gli effetti.

Il signor Costantino De Bellis, insieme ad alcuni amici e devoti di S. Rocco ha fondato l’Associazione Europea “Amici di San Rocco”, ne è il Procuratore dell’Insigne Reliquia del santo, ed ha accolto con totale disponibilità l’insegnamento evangelico di Gesù “ Vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”, e si è dedicato con alcuni collaboratori a conoscere ed attivare le varie aggregazioni, associazioni e confraternite, ispirate al santo di Montpellier, per creare la grande famiglia “Associazione Europea Amici di San Rocco”.

Come ogni aggregazione che muove i suoi primi passi, essa ha bisogno di organizzarsi e migliorare sempre, per rispondere agli impegni assunti.

Costantino De Bellis, forte dell’aiuto di Dio, della Vergine Madre e di San Rocco, è così determinato nel continuare questo servizio a favore di tanti fratelli. Il Signore non potrà che benedire, sostenere e guidare la sua persona, tale iniziativa e questa Associazione.

    

 3 La carità è al centro del dibattito nella cultura odierna, le incomparabili gesta dei San Rocco, ancora oggi possono risultare utili per sconfiggere l’indifferenza, annullare gli spazi dell’egoismo.

Lei che è la guida spirituale dell’eminente sodalizio quali aspetti della vita del santo l’hanno maggiormente indotto a riflettere e sospinto ad essere il faro che illumina i devoti nelle lunghe notti della storia, per cercare la Luce dell’Infinito?

 “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv. 13,35). Gesù c’invita alla carità fraterna che scorga dal cuore dell’Eterno Padre e si riversa in noi attraverso lo Spirito che Gesù ci dona. Così  possiamo mettere in pratica il “comandamento nuovo di Gesù”. “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv. 13,34). Il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo è stato per San Rocco quel forte richiamo che ha fatto di Lui il testimone della carità.

S. Rocco alla ricerca di una vera spiritualità si fa pellegrino secondo un’antica pratica diffusa al suo tempo, ma ancora oggi viva nella Chiesa, basti pensare alle “Giornate mondiali della gioventù”; e nel suo pellegrinare non manca di testimoniare la sua grande carità specie verso gli ammalati e i sofferenti.

La figura e le gesta del nostro santo aiutano ogni cristiano e tutti i membri della nostra Associazione ad essere testimoni autentici di Cristo Salvatore e traghettare il vecchio Continente e il resto del mondo, “fuori dai deserti esteriori ed interiori” da quella postmodernità, orfana di verità e valori da quello strisciante relativismo nichilista e annullare gli spazi di indifferenza e di egoismo, con l’imitare gli esempi di San Rocco.

Per testimoniare “non parole ma con i fatti e nella verità”, “l’amore di cristo che ci spinge” noi associati alla grande famiglia degli Amici di San Rocco dobbiamo trovare il sostegno e la forza nei mezzi già usati dal nostro Santo.

Impegnarci ciascuno di noi, come San Rocco, in una forte spiritualità, contemplando con fede il Volto del Cristo che diventa preghiera non soltanto di implorazione e di aiuto, ma anche rendimento di grazie, di lode, di adorazione, e affonda le sue radici nell’ascolto e nella meditazione della Parola di Dio, nei sacramenti e nell’Eucaristia soprattutto domenicale, da cui “scaturisce la misura alta della vita cristiana”.

L’abbandono fiducioso di S. Rocco alla volontà di Dio, porterà anche noi ad accettare dal Padre Buono “tutto ciò che ci accade nella vita come un messaggio d’amore di Dio”, per ciascuno di

noi.

Infine impegnati nella carità verso il Padre e verso i fratelli, non solo sostenere questi ultimi nelle necessità materiali, ma indirizzare il mondo della cultura verso “un progetto culturale, orientato in senso cristiano” con un impegno missionario a tutto campo.

Questo dovrà essere la caratteristica del nostro sodalizio, per riflettere nel mondo scristianizzato, la luce del Cristo Salvatore.   

  

4 Per il futuro dell’Associazione è indispensabile la presenza a Roma di Costantino De Bellis. Le energie da lei profuse con grande dedizione in che modo possono trovare una simbiosi con Il procuratore, per radicare in ogni regione, in ogni comunità la presenza vitale dell’Associazione?

 L’Associazione Europea “Amici di San Rocco”, attraverso la costante e diuturna opera del Procuratore e dei suoi  più stretti collaboratori dovrà sempre più avere la sua sede naturale nel centro della cristianità:Roma.

Dovrà organizzare sedi periferiche nelle varie regioni per poter coordinare il lavoro associativo, che nasce e si sviluppa in primo luogo nelle comunità parrocchiali sotto la guida dei Pastori, sostenuti quotidianamente dall’impegno attivo di religiosi e laici, che da educatori perseguano l’obiettivo di favorire la crescita nella fede degli associati. Si dovrà attendere la formazione umana e cristiana, all’animazione del tempo libero, a favorire servizi e iniziative utili alle persone perché questa cresca nella statura del Cristo.

Le varie sedi operative dovranno essere spazio di incontro, di amicizia con momenti spirituali, culturali, ricreativi e di impegno nella fraterna carità.

Trasformati da questa testimonianza cristiana sull’esempio di San Rocco, saremo messaggeri di luce ai fratelli per annunziare loro che “i nostri occhi hanno visto, le nostre mani hanno toccato (nella fede) il Verbo della Vita” ed essere luce riflessa della Vera Luce: Cristo Signore.

   

5 Quali aspettative si auspica per il prossimo Convegno in Petacciato (CB), per scandagliare le coscienze e rafforzare lo spirito di fraternità tra i numerosi gruppi, associazioni e confraternite che in nome di San Rocco, che edificano la “Civiltà dell’Amore”?

 La nostra Associazione negli incontri annuali ci vedrà riuniti in questa primavera nel Convegno Nazionale a setacciato (CB).

I vari gruppi, associazioni e confraternite, uniti nel nome di San Rocco, dovranno ritrovarsi insieme per un autentico impegno di fraternità e per promuovere una forte spiritualità che conduca i singoli e i gruppi alla missionarietà.

Sarà necessario pertanto valorizzare quelle virtù umane e cristiane che fanno di ciascuno noi persone vere e autentiche, per la crescita globale. Ogni uomo è chiamato in quanto tale a valorizzare e coltivare quelle virtù umane che esaltano l’opera di Dio, che è presente in ogni creatura e danno a Lui gloria. Virtù che creano unità ed armonia tra “corpo, anima e spirito” se c’è inoltre equilibrio e una buona dose di umorismo. Sapersi accettare con i propri limiti, il carattere, l’età, il ruolo e le condizioni di vita, si stabilirà una unità interiore e si troverà la pace del cuore che riconcilia corpo, anima e spirito.

Unità, armonia, equilibrio uniti a una buona dose di umorismo, apriranno l’individuo alla socievolezza, alla tolleranza e alla prudenza. Si aprirà così una finestra sul mondo per distinguere tra peccato e peccatore e con carità nella verità, offrire a noi stessi e agli altri la possibilità di migliorarsi nella vita.

Il convegno ci dovrà stimolare  a metterci  in cammino con il nostro Santo, per creare insieme la Civiltà dell’Amore.

Impegnati nella testimonianza della carità cresceremo come persone ne realizzeremo nell’amore verso il Padre e verso i fratelli quell’amore che viene da Dio stesso “perché Dio è Amore” (1 Gv. 4,8).