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L'ASSOCIAZIONE | LE CATECHESI

Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia

Chi è l’uomo misericordioso?
Vediamo come ogni beatitudine è inglobata in un'altra e tutte sono nel progetto di vivere secondo il Vangelo. L’uomo misericordioso è colui che vive in maniera virtuosa.
Lc 6, 36
“Siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro.

Gesù è venuto nel mondo per portarci la misericordia del Padre. Il Giudizio finale però, sarà senza misericordia e compassione per l’uomo.
In Matteo leggiamo che Gesù ebbe compassione della folla, perché erano stanchi e abbattuti ed erano come pecore senza pastore.
Si legge nel Figlio prodigo: “quando il padre lo vide da lontano ne ebbe compassione”.
La misericordia di Dio è il termine greco della compassione.
Mt 9,13
Andate dunque e imparate che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

Nell’Antico Testamento abbiamo molte definizioni di misericordia.
Ger 9,22-23
Così dice il Signore: <<non si vanti il saggio della sua saggezza e non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco delle ricchezze. Ma chi vuol gloriarsi si vanti di questo, di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che agisce con misericordia, con diritto e con giustizia sulla terra; di queste cose mi compiaccio>>. Parola del Signore.

Come anche in Osea dove leggiamo che la misericordia è condizione per ottenere il perdono dei peccati.
Mt 7,1-5
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

C’è anche una parabola, quella del servo cattivo che è utile per la nostra riflessione.
Mt 18, 23-25
Parabola del servo spietato
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».


Il re mostra la sua misericordia, non soltanto lo lascia andare, ma gli condona tutto il debito. Possiamo ammirare il buon cuore del re; cosa gli fa cambiare opinione? La compassione per l’uomo che lo supplica di lasciarlo libero e di salvare la sua famiglia.
Il servo esce gioioso dalla situazione e cosa ci si aspetta da lui? Non vedergli fare quello che aveva all’inizio fatto il padrone con lui. E invece assume un atteggiamento violento (quasi lo soffocava) verso un altro servo che gli doveva del denaro. Quegli gli diceva “abbi pietà di me”, ma lui lo fa arrestare. Com’è corta la sua memoria! È senza misericordia, e pensa solo alla sua giustizia.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”. Questo è l’essenza del Cristianesimo, tutto il resto è culto, devozione, cattolicesimo e questo deve scuoterci.
Se mio fratello pecca contro di me quante volte devo perdonarlo? Ci dice Gesù nel Vangelo: “settanta volte sette”, che in maniera evangelica significa sempre. Noi invece diciamo una, due, tre volte poi basta. Ma questa è una visione distorta del cristianesimo.
Impegniamoci a perdonare anche mille volte e vediamo se siamo capaci a camminare in questa direzione, a perdonare, a dimenticare tutto, ad accettare chi ci ha ferito.
Il Signore alla fine della vita ci giudicherà secondo l’amore.
Os 6,6
poiché voglio l'amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti.

Dove si esprime la misericordia di Dio nella nostra vita? Prima di tutto nel sacramento della Riconciliazione. Dio perdona perché non cessa mai di amare e potrebbe essere così anche nell’uomo; pensare quando è stato misericordioso Gesù nei confronti dell’uomo tanto da inventare il Sacramento del perdono per tutti e per ogni peccato, donandoci la pace e la possibilità di ricominciare il cammino spirituale.
Anni fa, c’era un sacerdote che durante la confessione, sapeva ascoltare e far toccare la misericordia di Dio. Diceva: “da adesso tu sei nuovo, creatura nuova, come se nascessi adesso, la tua anima è pulita, bianca come la neve”. Abbiamo bisogno di sentire questo Amore. Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti. Dobbiamo farci toccare dalla misericordia di Gesù per essere sanati. Chiediamo a Gesù: “Signore trasforma il mio cuore”.
L’amore cambia, trasforma, se una donna può cambiare un uomo figuriamoci cosa può fare Dio per noi con il suo amore.
Quando c’è l’amore ci sentiamo diversi, trasformati, se facciamo esperienza di Dio e del suo amore poi faremo esperienza della sua misericordia.
Non dobbiamo sciupare questa grazia. “Signore custodisci questi figli nella grazia del tuo amore”. Certe volte diventiamo delle iene perché ci facciamo tentare dal demonio. Se nella confessione facciamo esperienza della misericordia di Dio, allora sapremo essere misericordiosi con gli altri, altrimenti non è vero nulla, e siamo rimasti nel peccato lo stesso. Se questo amore lo abbiamo ricevuto, dobbiamo darlo.
Dobbiamo presentarci veramente davanti a Dio con il cuore aperto. Se ci sentiamo critici nei confronti degli altri, chiediamoci se abbiamo sperimentato la misericordia di Dio, lento all’ira e ricco di misericordia, grande nell’amore. Nell’Antico Testamento il termine Esed indica amore, tenerezza, amicizia per l’uomo.
La misericordia è una passione vera non un sovrappiù da parte di Dio.
La dramma perduta, la pecorella smarrita, e il figlio prodigo, sono tre parabole da riflettere.
La pecora perduta
« Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

La dramma perduta
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Il figlio perduto e il figlio fedele: "il figlio prodigo"
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Il Signore è misericordioso, dolce e umile e se l’uomo lo vedesse e lo capisse se ne invaghirebbe, da diventare tutto amore per gli altri, dolce ed umile come il Signore. Dobbiamo pregare e chiedere così: “Insegnami Signore ad amare, Tu che sei mite ed umile di cuore”
Dio misurerà a noi con la misura con cui noi misureremo agli altri.
Gc 2, 13
il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio.

È un’ esperienza dura, è un invito a vivere come operatori di misericordia. Forse è più facile essere misericordiosi con gli altri che con i parenti, ma dobbiamo avere comunque il cuore orientato verso la misericordia.
Chi sono i misericordiosi oggi?
Un esempio: Madre Teresa di Calcutta; la “matita di Dio” che, come una matita se non usata non può far nulla, quando è usata fa opere verso gli ultimi, i bisognosi, i poveri. Oggi ci sono molti volontari cristiani che aiutano la casa fondata da Madre Teresa che fanno esperienza della misericordia di Dio.
In questa casa si vedono corpi talmente magri da vedersi le ossa, raccontano alcuni che sono stati li. Questi volontari vivono l’amore di Dio e operano attraverso gesti di compassione, esercitando la misericordia di Dio.
Madre Teresa.è stata una persona piena di misericordia, ovvero la misericordia fatta persona. C’è anche una casa a Calcutta dive si trovano dei bambini non solo orfani, ma anche con molti handicap, e lei attraverso questo “amore” per la misericordia, ha insegnato all’umanità ad essere più umana, ha umanizzato gli uomini che si erano animalizzati. Dobbiamo imitarne l’esempio e le opere.
Da bambino Padre Enzo andava a scuola e vedeva una bambina che prima di andare a scuola passava tutte le mattine da una vecchietta con delle piaghe, che viveva in una casa malsana ed era sola, per pettinargli i capelli. Era un gesto di tenerezza, faceva questo servizio a Gesù.
Oppure prima di andare a lavorare, ci sono persone che vanno ad aiutare e a pulire gli anziani.
Gesti di misericordia li possiamo fare anche noi, nel nostro piccolo.
- Nell’ambito del lavoro in che modo esprimo gesti di misericordia?
- Posso fare qualcosa in più?
Troveremo le forme se veramente vogliamo camminare sulla via della beatitudini.

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